La poesia che Hally Hile scrisse
nei primi giorni della grande confusione.
Tu mi dicevi se vuoi camminare
io sono la strada
ma io ero zoppo
Tu mi dicevi se vuoi cantare
io sono la musica
ma io ero muto
Tu mi dicevi se vuoi disegnare
io sono la luce
ma io ero cieco
Tu mi dicevi se vuoi dormire
io sono il sogno
ma io ero pieno di preoccupazioni
Tu mi dicevi se vuoi volare
io sono il vento
ma io ero pesante
Tu mi dicevi vienimi a trovare
io sono la casa
ed io lentamente mi incamminai
E quando giunsi alla casa
trovai la porta chiusa
e bussai molte volte
al ritmo di una musica soave
finché la mia mano sanguinò
tracciando un tramonto sul legno
infine per la stanchezza mi addormentai
e sognai di volare
nei primi giorni della grande confusione.
Tu mi dicevi se vuoi camminare
io sono la strada
ma io ero zoppo
Tu mi dicevi se vuoi cantare
io sono la musica
ma io ero muto
Tu mi dicevi se vuoi disegnare
io sono la luce
ma io ero cieco
Tu mi dicevi se vuoi dormire
io sono il sogno
ma io ero pieno di preoccupazioni
Tu mi dicevi se vuoi volare
io sono il vento
ma io ero pesante
Tu mi dicevi vienimi a trovare
io sono la casa
ed io lentamente mi incamminai
E quando giunsi alla casa
trovai la porta chiusa
e bussai molte volte
al ritmo di una musica soave
finché la mia mano sanguinò
tracciando un tramonto sul legno
infine per la stanchezza mi addormentai
e sognai di volare
Bellissima, Paolo, musicale e malinconica. Un po' dolorosa, ma poi c'è il sogno...
RispondiEliminaPerò, in un modo o nell'altro, tutte le promesse vengono mantenute
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